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Porto Garibaldi

Cosa vedere a Porto Garibaldi

La storia di Porto Garibaldi

Il paese di Porto Garibaldi in origine si chiamava Magnavacca. Questo nome deriva dal latino Magnum vacuum, ovvero grande vuoto, per le particolari caratteristiche del suo territorio: un’area poco elevata rispetto il livello del mare, con vaste superfici ricoperte dalle paludose acque delle valli.

Magnavacca viene indicata per la prima volta nel 1133 in un atto dove alcuni membri della casata dei Duchi Deusbedit di Ravenna in parte donano ed in parte cedono alla canonica di Cella Volania alcuni beni che si estendevano fino a questa località.

Cosa vedere a Porto Garibaldi

Il suo sviluppo, la storia e l’identità sono sempre stati legati al porto ed alla sua posizione strategica che ha condotto questo antico villaggio di pescatori a sorti gloriose in alcuni momenti storici e disastrose in altri. Il secondo conflitto Mondiale distrusse quasi completamente ogni traccia storica “fisica” ed osservabile: la Chiesa Beata Vergine, la fastosa Delizia estense chiamata Palazzo delle Casette, Villa Bonnet Pinza, i Magazzini del Sale e molti altri edifici storici furono abbattuti dai bombardamenti ed oggi purtroppo non è rimasto nulla oltre i testi scritti e le immagini.

Numerose testimonianze parlano bene di questo paese e della popolazione come quella lasciata da Papa Clemente VIII che già nel 1598 apprezzò la bellezza dei luoghi e la particolare accoglienza dei suoi abitanti.

Nel 1849 Magnavacca ospitò con esito positivo l’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi che da qui iniziò la sua spedizione per unificare l’Italia.

Le vie Ugo Bassi, Nino Bonnet e Livraghi portano oggi il nome dei compatrioti che diedero supporto e si unirono a Garibaldi nell’opera di unificazione.

Nel 1944 nonostante fosse già firmato l’armistizio e la cessazione delle ostilità contro gli anglo-americani da più di un anno, le truppe germaniche fissano il presidio militare a Porto Garibaldi trasformando il territorio in un’impressionante area di difesa. Così nel mese di luglio dello stesso anno e nella primavera del 1945 il paese subisce un massiccio bombardamento e venne completamente distrutto.

I miei nonni si sono incontrati mentre erano “sfollati” nelle campagne interne nei pressi della località di S. Giuseppe e raccontano che dopo i bombardamenti, al termine della Guerra, non riconoscevano più tra le macerie la posizione che era occupata dalle loro abitazioni ed anche numerosi edifici storici del paese andarono perduti.

Con la fine dei conflitti, nei decenni successivi, fino ai giorni nostri Porto Garibaldi ha avuto un grande sviluppo. Le novità nel settore tecnologico e meccanico permisero di potenziare la flotta peschereccia che portò “Magnavacca” a ritornare ad essere uno dei porti più importanti dell’Adriatico. Contestualmente ebbe un grande sviluppo anche il settore turistico e durante la seconda metà del ‘900 nacquero i primi insediamenti sia verso Nord che a Sud del canale, territori che fino ad allora erano ancora intatti.

Da questo momento in poi si può iniziare a parlare dei sette Lidi di Comacchio che oggi conosciamo!

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